Quando si parla di impianti elettrici civili e industriali si parla obbligatoriamente anche di normative.
Per noi di Sire, non esiste altro modo di costruire e progettare un impianto, se non, facendolo a regola d’arte.
La normativa di riferimento è la CEI 64-8 che, oltre a definire le linee guida per l’efficienza energetica, punta a creare per i consumatori e le industrie, impianti in grado di ridurre gli sprechi e raggiungere un maggiore comfort nell’approvvigionamento di energia.
Ma come si progetta un impianto elettrico industriale “a regola d’arte”?
Per iniziare, occorre premettere che gli impianti elettrici industriali sono sicuramente più complessi rispetto a quelli civili (destinati a edifici residenziali), una complessità data in primo luogo, dal tipo di macchinari da progettare e installare – molto grandi e di conseguenza con una portata di energia altissima – e in secondo luogo, da una regolamentazione rigida che dev’essere seguita e messa in atto da operatori qualificati, o utilizzando il gergo giuridico “addestrati”.
Per comprendere e rendere più interessante la normativa, è bene tenere a mente che questa deriva da un’indiscutibile necessità: garantire sicurezza.
Il punto di partenza per chi opera nel settore per tanto, è da individuare nella protezione delle persone: solo ponendo quest’ultima come una priorità si riuscirà a svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi.
I materiali richiesti e gli interruttori differenziali
La sicurezza e la durata dell’impianto elettrico industriale sono qualità fondamentali e sono determinate anche (e soprattutto) dai materiali utilizzati, i quali dovranno essere sempre a marchio IMQ.
Parlando di “IMQ” stiamo facendo riferimento alla società italiana di prove e certificazioni per la sicurezza e la qualità di prodotti e aziende, la quale, dal 1951 verifica e certifica la non pericolosità dei materiali e degli apparecchi elettrici, sottoponendoli a meticolosi controlli e continui esami.
Per proseguire, la normativa CEI 64-8 prevede che vengano sempre utilizzati degli interruttori differenziali, ovvero, dispositivi di sicurezza che, in caso di guasto, procedono in modo automatico con l’interruzione del flusso elettrico di energia in un circuito. Inoltre, per proteggere le persone da eventuali contatti indiretti, la messa a terra andrà obbligatoriamente collegata alle parti metalliche dell’impianto con conduttori di protezioni.
Quadri, prese e spine
Per i quadri esterni, contro polveri e getti d’acqua, è prevista una protezione minima IP55, prese e spine invece, dovranno essere scelte dagli operatori tra le più adatte all’uso industriale.
Tra gli altri componenti, interruttori e comandi saranno inseriti con la protezione minima IPXXB mentre per quello che concerne cavi e tubi (che dovranno essere rigorosamente in materiale ignifugo), questi andranno posizionati con minuziosa cura, ovvero, protetti da urti esterni e in luoghi dotati di una discreta aereazione.
L’importanza della manutenzione
Infine, il corretto funzionamento delle apparecchiature non può prescindere dalla manutenzione. Quest’ultima, per tanto, dovrà essere periodica. La normativa vigente indica tale operazione come obbligatoria ogni 2 o 5 anni, a seconda della tipologia di impianto.
Fondamentale ricordare che senza le manutenzioni periodiche, non potremmo garantire l’efficienza e il rispetto dei requisiti standard prevista dalla norma.
Per concludere, noi di Sire, abbiamo scelto di porre l’attenzione per la normativa alla base di ogni nostro lavoro, si potrebbe dire che è un obbligo, ma per il nostro team è più una consapevolezza: solo così realizzeremo impianti “a regola d’arte”.